Trentadue anni e non sentirli. La legge sulla cittadinanza italiana, vecchia di oltre tre decenni, continua a far parlare di sé, o meglio, dei suoi possibili “restyling”. L’ultima notizia? Nessuna novità sostanziale. L’attuale legge, risalente al 1992, si fonda sul principio dello Ius sanguinis, ovvero il “diritto di sangue”. Ciò significa che acquista la cittadinanza italiana chi nasce da almeno un genitore italiano.
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